Un esercito di contadini, pastori, bottegai e operai, quasi per metà analfabeti, senza una lingua comune, male armato e peggio comandato, andò al massacro: era la Grande Guerra. Siamo qui per ricordare e commemorare quei sette milioni di Italiani che scoprirono di essere figli e figlie della stessa Patria, che ne ha chiesto la vita. Conobbero le trincee dell’Altopiano, le rocce del Carso, le nevi eterne dei ghiacciai alpini, le fredde acque del Piave, ma soprattutto l’angoscia del sentire la morte accanto. Come disse Enzo Biagi “Anche una nazione ha bisogno di antenati”.
Dal libro di Erik Umberto Pretto nipote di Natale Turcato ovvero “Joanìn”. Memorie di un protagonista della seconda guerra mondiale. Ricordi che ci faranno riflettere. Un messaggio di pace, senza frontiere, in un mondo dove la pace certo non domina, che merita di essere divulgata, senza ipocrisie, all’insegna del massimo rispetto per il corpo degli Alpini, per ciò che hanno dato e ancora oggi, in caso di bisogno sanno dare al paese.